Le dicerie degli abitanti più anziani della frazione di
Troviggiano raccontano che in due case, non ben identificate,
situate rispettivamente a Troviggiano e nell’attigua località
dei Poccioni, sarebbero stati trovati murati dei tesori monetari
che avrebbero fatto la fortuna dei loro rinvenitori.
Il campanile della chiesa di San Francesco a Cingoli, nell’arco
dei secoli, è stato colpito più volte dai fulmini; i racconti
popolari collegano l’evento ad un fantomatico tesoro che sarebbe
murato nella torre. Il prezioso metallo, infatti, attirerebbe le saette.
Nella frazione di San Faustino, non molti anni fa, due
persone dedite al rituale del “libro del comando” e alle dispute
con la “paura” avrebbero visto in sogno il luogo, a poca
distanza dall’abitato, dove sarebbe stato nascosto un tesoro
consistente in un cestino d’oro (“canestrellu”) sopra il quale
giaceva uno scheletro coperto a sua volta di pietre. Per
trovarlo, essendo protetto dal demonio, due uomini avrebbero
dovuto scavare mentre una donna recitava il rosario.
La tradizione popolare vuole che nella frazione di Cervidone siano nascosti due cervi d’oro. La vicenda era
confermata anche dall’ultimo parroco. Il prete raccontava che i due cervi sarebbero stati
nascosti sotto alla cappellina che sorgeva nel luogo attualmente
occupato dalla chiesa. I tentativi di ritrovare questo tesoro
sono stati numerosi, ma sono risultati tutti vani. I cercatori
infatti non riuscirono mai a mantenere il canonico silenzio
previsto dal rituale della ricerca.
A San Vittore è nascosto un
caldaio d'oro e un telaio d’oro il cui rumore si ode solo di
notte.
A Villa Nova, nei pressi di San
Vittore, si fa cenno al gioco di bocce d’oro
(1).
A Castellano, presso Moscosi, sarebbe stata sepolta la preziosa spada di un
cavaliere
(2).
Nella valle Sorda, nei dintorni
del Monte Acuto, si racconta che tre saraceni, Guido il Bello, Barbarossa e Scannamorti,
giocassero con bocce d'oro
(3).
Alcuni testimoni
sostengono di aver incontrato, sul Monte Alvello (Crevalcore),
un bambino che giocava con inafferrabili bocce
d’oro
(4).
Si racconta
che sul Monte Civitella (Civitello) intorno al 1945, mentre si
scavava una buca, furono trovate le ossa di un cavallo e una
spada; si pensò che il tutto fosse appartenuto a Giulio Cesare
(5).
Nei pressi della località di
Marcucci si dice che anticamente vi fosse una chiesa intitolata
a S. Lucia. Quando la chiesa andò in rovina, in mezzo ai suoi
ruderi sarebbe nata una quercia sotto alla quale era sepolto un
tesoro. L’albero non doveva essere abbattuto perché ciò avrebbe
portato sfortuna
(6).
Luoghi
La
sorgente della "Sbocca", nella valle del Rio Laque, ha circa 12 metri di circonferenza e una profondità
sconosciuta (i sassi che vi si gettano scompaiono presto alla
vista e non producono alcun rumore). Vi si scorgono nel mezzo, per
la trasparenza dell'acqua, due bianchi massi sommersi che devono
essere guardati da lontano altrimenti risucchiano l'osservatore.
Se si passa accanto ad essa nelle chiare notti di luna piena si
sentono strani rumori giungere dalla profonda cavità sotterranea;
a produrli sono i vani tentativi di riemergere compiuti da un
contadino che una volta, percorrendo al buio la valle e
avvicinatosi troppo alla sorgente, fu inghiottito con il suo
biroccio carico di fascine e munito di sterza (avantreno). I due
massi, infatti, altro non sono che le vacche aggiogate al suo
carro che si sforzano disperatamente di uscire dall'abisso senza
mai riuscirci
(7).
Anche sul Monte di S. Angelo si apre una grotta
della quale non si conosce la profondità. Una volta due frati
provarono ad esplorarla. Di loro non si seppe più nulla
(8).
(1)
Per i racconti di Troviggiano, San Faustino, Cervidone, chiesa di S. Francesco,
San Vittore e Villa Nova:
G. Marchegiani - A. Massaccesi,
Guida ai luoghi fantastici della Comunità Montana del San
Vicino, Edizioni PU.MA., pp. 53-54
(2) P. Appignanesi,
Testimonianze medioevali nel territorio cingolano, in
AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e
ricerche, Atti del XIX Convegno di Studi Maceratesi, Cingoli
15-16 ottobre 1983, "Studi Maceratesi", 19, Centro di Studi
Storici Maceratesi, Macerata 1986, p. 136
(3) P. Appignanesi, Il serpente
e la tessitrice, in P. Appignanesi - D. Bacelli, La
liberazione di Cingoli e altre pagine di storia cingolana,
Cingoli 1986, p. 406, nota 17
(4) P. Appignanesi,
Testimonianze medioevali nel territorio cingolano, in
AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e
ricerche, Atti del XIX Convegno di Studi Maceratesi, Cingoli
15-16 ottobre 1983, "Studi Maceratesi", 19, Centro di Studi
Storici Maceratesi, Macerata 1986, p. 146, nota 53
(5) P. Appignanesi,
Testimonianze medioevali nel territorio cingolano, in
AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e
ricerche, Atti del XIX Convegno di Studi Maceratesi, Cingoli
15-16 ottobre 1983, "Studi Maceratesi", 19, Centro di Studi
Storici Maceratesi, Macerata 1986, p. 133, nota 6
(6) G. Marchegiani - A. Massaccesi,
Guida ai luoghi fantastici della Comunità Montana del San
Vicino, Edizioni PU.MA., p. 55
(7). P. Appignanesi,
Il serpente e la tessitrice, in
P. Appignanesi - D. Bacelli, La liberazione di Cingoli e altre pagine di storia cingolana,
Cingoli 1986, p. 393, nota 7
(8)
P. Appignanesi,
Il serpente e la tessitrice, in
P. Appignanesi - D. Bacelli, La liberazione di Cingoli e altre pagine di storia cingolana,
Cingoli 1986, p. 393, nota 7
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