Distribuzione dei siti su modello digitale del terreno del comune di Cingoli

 

                               Nord

 

1  Sito 
Cingoli

 

 

  150 m  s.l.m.
 

250 m  s.l.m.

  450 m  s.l.m.
  550 m  s.l.m.
  650 m  s.l.m.
 

750 m  s.l.m.

 

 

 

 

Distribuzione dei siti e reticolo idrografico su modello digitale  del terreno del comune di Cingoli

                              Nord

 

 

 Sito 
Cingoli

 

 

 

 

150 m  s.l.m.

 

250 m  s.l.m.

  450 m  s.l.m.
  550 m  s.l.m.
  650 m  s.l.m.
 

750 m  s.l.m.

 

 

 

 

Elenco dei siti medievali 

 

(1) Frazione di Cervidone, 'A Castella

Il sito è posto su un terrazzo alluvionale alla destra del fiume Musone. Identificabile, per la presenza di resti murari di notevole spessore, di numerosi frammenti di ceramica medievale (fra i quali fusaiole e beccucci schiacciati) e per l'evidenza del toponimo, con il luogo sul quale sorse il castello di Cervidone.

 

(2) Frazione di San Vittore

Recupero di un frammento di lastra (fig. 1) e di un capitello (fig. 2). Datazione proposta, rispettivamente: IX e X secolo.

 

 fig. 1 fig. 2

 

(3) Località Rangore-Marcianello  

La località Marcianello corrisponde all’antico circondario di Arcione, nel cui ambito sorse l’importante castrum Arcionis.

 

(4) Località Bachero, vocabolo Castellano

Il Castellà, tale è la pronuncia locale del toponimo, è un terrazzo di origine alluvionale che s’innalza sulla sinistra del fiume Musone, in posizione dominante sui terreni adiacenti. Vi è stata raccolta abbondante ceramica (fra cui fusaiole, beccucci schiacciati, anse a nastro) e un denaro di Ottone III. Secondo l’Avicenna (O. Avicenna, Memorie della città di Cingoli, Iesi 1644, p. 124) sarebbe identificabile con il luogo in cui sorse il castello di Ropolone.  

 

(5) Frazione di Strada, vocabolo Caprile

Il sito costituisce la terminazione di un terrazzo alluvionale posto alla destra del Musone, per tre lati delimitato dalle erosioni di questo fiume e da quelle di un fosso affluente e per l’altro lato da una sella naturale (o artificiale?). Vi è stata raccolta ceramica acroma e fusaiole con tracce di vetrina.

 

(6) Località Valle Canonica, vocabolo castellano

Sulla sommità di una modesta collina che si innalza alla sinistra del fiume Musone sono stati raccolti frammenti di ceramica e individuati resti di muri costruiti con conci di arenaria. Queste testimonianze, cui va aggiunto il toponimo Castellano, giustificano la supposizione che sul sito sia sorto un insediamento medievale da identificare probabilmente con il Castel della Valle citato dall’Avicenna (O. Avicenna, Memorie della città di Cingoli, Iesi 1644, p. 123).  

 

(7) Frazione di Strada, Canonica dei SS. Quattro Coronati 

Rinvenimento di ossa umane e numerosi frammenti di ceramica (fra cui coperchietti apicati), riferibili al XII-XIII secolo, nei pressi della chiesa dei SS. Quattro Coronati (si veda anche Chiesa dei SS. Quattro Coronati). Il luogo dove sorge la chiesa può essere identificato con il fundus Paperianus che in un catasto del XV sec., concernete il quartiere di Villa Strada, è designato come fundus Paparinorum (Codice Bavaro, pp. 72-73, n. 114 – Archivio di Stato di Macerata, Archivio storico di Cingoli vol. 222/3, ff. 55v, 57v.).

 

Lastra con Annunciazione (foto di S. Mosca, 1972)

 

Dalla chiesa proviene un frammento di lastra di pietra di arenaria di cm 31x27x5 collocato all'interno di una cornice. Sulla lastra è graffita una figura femminile, in trono, con solenne copricapo, con collana impreziosita da una perla, con una fibula sulla spalla destra. 

La posizione frontale, la fissità dello sguardo, l'assenza di rilievo richiamano certi canoni dell'arte bizantino-ravennate. L'area geografica dal quale proviene, nei secoli VIII-IX, dipendeva dalla chiesa ravennate e stilisticamente il manufatto potrebbe essere riferito a quel periodo.

Nella parte superiore della lastra è incisa un'iscrizione che permette di definire la figura: la Vergine nell'atto di ricevere il saluto dell'angelo:

[Fiat m]ichi s(e)c(un)d(u)m v(er)bu(m)

Le forme grafiche sono in consonanza con il periodo indicato dagli elementi stilistici del manufatto, che, approssimativamente, potrebbe essere datato alla seconda metà del IX sec. (G. Avarucci - A. Salvi, Le  iscrizioni  medievali  di  Cingoli, Padova 1986, pp. 125-126).

 

(8) Frazione di Strada

Dalla demolizione di una casa colonica proviene un capitello frammentario in arenaria. Nella faccia maggiore la decorazione consiste in un serpente alato, con le zampe di uccello e la testa rivoltata, stringente sulla zampa destra un rotolo. Nella faccia minore in una foglia a nove lobi incavati. Datazione proposta: XIII-XIV sec.

 

 

Frammento di arenaria recante a rilievo l'immagine di una foglia proveniente dalla demolizione di un fabbricato colonico. La casa fu edificata agli inizi del XX secolo, pochi anni dopo la demolizione di una chiesa vicina, dedicata alla Vergine, della quale il vocabolo Case della Madonna (IGM 1948) tramanda la memoria. Probabilmente è da identificare con la chiesa di Santa Maria di Strada che figura nei decimari del 1290-1292 (P. Sella (a cura di), Rationes decimarum Italiane nei secoli XIII e XVI, Marchia, Città del Vaticano 1950, (Studi e Testi, 148), n. 3836, 4031, 4207) e successivamente in un elenco di chiese soggette alla decima triennale compilato nel 1374 (F. Raffaelli, Supplimento all'appendice cronologicamente disposto, n. 5, p. 215 ).  

 

(9) Frazione di Strada

Frammento di lastra reimpiegato nella muratura della chiesa di S. Giovanni. Questa chiesa, prima che nei decimari del 1290-1292 (P. Sella (a cura di), Rationes decimarum Italiane nei secoli XIII e XVI, Marchia, Città del Vaticano 1950, n. 3875, 4001, 4200, 4286) figura nel Codice Bavaro (E. Baldetti – E. Polverari (a cura di), Codice Bavaro, "Deputazione di storia patria per le Marche" – Studi e testi 13, Ancona 1983, p. 73 ) come “plebe Sancti Iohannis in Strata”. E’ probabile che il frammento provenga dalla chiesa più antica.  

 

 

(10) Località di Colognola

Il toponimo, che deriva da Colonia (G. B. Pellegrini, Appunti di toponomastica marchigiana, in Istituzioni e Società nell'Alto Medioevo marchigiano, "Deputazione di storia patria per le Marche", Ancona 1983, p. 284) ha il significato di piccola tenuta, di modesta fattoria o possessione, o ancora, più propriamente di praedium colono commissum e può equivalere, pertanto, ad una conductio (F. Calonghi, Dizionario latino-italiano, Torino 1972, 3°, sv. colonia e conduco). Si identifica con il luogo dove sorse il castrum Cològnole. 

 

(11) Frazione Pozzo, toponimo Codardone

Il sito è posto su un terrazzo alluvionale alla destra del fiume Musone; difeso naturalmente su tre lati da alte pareti verticali e da un’ampia fossa, residuo di un antico vallo. La presenza di quest’opera di difesa e di numerosi frammenti di ceramica giustificano la proposta di identificare il luogo stesso con quello sul quale sorse il castello dell’Isola degli Orzali.

 

(12) Frazione di Valcarecce, toponimo Ubriaco

Piccola altura, denominata Briacu, che si protende dalle pendici di Monte Alvello. Sulla sommità sono presenti dei resti murari da identificare probabilmente con il sito denominato Buraco, sul quale fu edificata, nel 1218 una chiesa intitolata ai SS. Antonio e Bartolomeo, cui fu annesso un ospizio trasformato successivamente in lebbrosario (S. Saffiotti Bernardi, Il monastero di S.Caterina di Cingoli e le sue pergamene, in "Studi Maceratesi", 14,  Macerata 1979, pp. 79 e 90). I resti erano più consistenti prima del 1946, anno in cui costituirono il bersaglio per le esercitazioni di tiro del 12° Reggimento Cavalleria di Podolia di stanza a Cingoli. 

 

(13) Frazione Pozzo, toponimo Quintaparte

Il toponimo, desunto dalla tradizione orale, può ricordare un antico frazionamento del terreno. Nell’IGM 1916 è segnalata, nelle immediate vicinanze del sito, un’edicola detta la Madonna di Quintaparte. Questo tempietto aveva forse la funzione di perpetuare il ricordo di una chiesa esistita nelle adiacenze e che potrebbe essere identificata con quella di Santa Maria dell’Isola, costruita nei pressi o all’interno del castello dell’Isola degli Orzali. Nel 1972 fu consegnato al Museo un recipiente frammentario.

 

(14) Monte Nero

Toponimo "Rocchetta"  

 

(15) Località Castreccioni

Castello di Castreccioni

 

(16) Frazione di Moscosi, toponimo Castellano

Raccolte superficiali di frammenti di ceramica acroma.

 

(17) Contrada Cimalacqua, vocabolo Castellano 

Si tratta di una collina che si eleva ad ovest del centro abitato di Moscosi. E’ identificabile, per la presenza di resti murari, per i numerosi frammenti di ceramica e per il toponimo che la distingue con il luogo sul quale sorse il castello di Moscosi.

 

(18) Frazione di Moscosi, toponimo Castelletta

Raccolte superficiali di frammenti di ceramica acroma.

 

(19) Località Castel S. Angelo, Colle croce

Raccolte superficiali di numerosi frammenti di ceramica (fra cui beccucci schiacciati) e laterizi. Il colle è identificabile, per la persistenza del toponimo Civitella e per la presenza dei materiali, con il luogo sul quale sorse il castello di Civitella.

 

(20) Località Castel S. Angelo

Castello di S. Angelo. Nei pressi dell'abitato, in località S. Lorenzo sono stati raccolti frammenti di ceramica acroma.

 

(21) Frazione di Avenale, Romitorio di S. Angelo

Il Monte di S. Angelo deve la denominazione ad una chiesa dedicata a S. Michele Arcangelo che fu costruita nel 1251.

 

(22) Frazione di Avenale, contrada Collicello

Rinvenimento di un capitello mutilo di arenaria. Datazione proposta: VIII-IX secolo.

 

 

(23) Frazione di Avenale, toponimo Castellano 

Secondo la tradizione orale, intorno alla metà del XX secolo, emergevano dal suolo, per un altezza di circa quaranta centimetri, i resti di un muretto. Vi sarebbero anche alcune cavità sotterranee e l’opinione comune è che si tratti di antiche carceri. Per carceri saranno da intendere ambienti angusti ed appartati ove vissero penitenti, locali noti appunto con l’appellativo di carceres e la cui presenza fin dal sec. XIII è attestata in due località del territorio cingolano (presso Torre e presso Borgo San Lorenzo) (C. Borri, Storia religiosa di Cingoli al tempo di Santa Sperandia, in G. Santarelli (a cura di), Celebrazioni VII centenario della morte di Santa Sperandia, Cingoli 1977, p. 81).  

L’Avicenna  scrive a proposito dei dintorni della chiesa di Santa Maria dell’ Ospedale, prossima al Castellano: “…i quali luoghi molti affermano, che dopo quelle torbidissime procelle (le invasioni barbariche) furono convertiti in monasterij, et in sacre habitationi di Monache…” (O. Avicenna, Memorie della città di Cingoli, Iesi 1644, p. 235).

Sul sito sono stati recuperati frammenti di ceramica acroma.

 

(24) Località Rio

Frammento di lastra di pluteo in arenaria reimpiegato nella muratura di una casa colonica. Datazione proposta: IX sec.

 

 

(25) Frazione di Grottaccia

Frammenti di lastre e pilastrini in arenaria e calcare reimpiegati nella muratura della Chiesa di S. Sergio. Datazione proposta: VIII-IX sec. (A. Tagliaferro (a cura di), Le diocesi di Aquileia e GradoCorpus della scultura altomedievale X, n. 335 e 341).

 

 

 

Un breve accenno al toponimo Grottaccia e il vicino Cambriò (Cambrione).

Riguardo al primo, se risulta accettabile il significato di luogo dirupato e scosceso o di argine o di alta riva che bene si addice alla profonda incisione che il Torrente Rudielle ha provocato per un lungo tratto in quei terreni ghiaiosi e facilmente credibili, non va però escluso quello di rudere che, per la presenza di copertura a volta e per l'ubicazione in parte o del tutto interrata, abbia preso l'aspetto di una grotta naturale. 

Ed è in questa direzione che sembra insistere anche il secondo toponimo, desunto dalla tradizione orale, il quale, come accrescitivo di cambera o cambra, termini di uso antico per camera, potrebbe ricordare, risalendo al significato originario di quest'ultima voce, un grande ambiente a forma di volta. Se e possibile che tale ambiente sia stato un vasto deposito o un semplice alloggio lungo quella che fu, fino alla prima metà del secolo scorso, la principale strada che da Cingoli conduceva a Macerata, alloggio, quindi, la cui esistenza non risalirebbe a tempi necessariamente molto antichi, non va però sottovalutata la possibilità contraria, essendo la zona ricca di insediamenti dell’epoca romana. 

Sull’importanza di detta strada e sulle cautele necessarie per transitarvi prima che ne fosse migliorato il percorso sotto il pontificato di Gregorio XIII si sofferma brevemente l'Avicenna: “Si racconta, che in questi più antichi, e difficili tempi nella Villa sola d'Avenale si manteneva una grande, e considerabile quantità di muli di condotta, i quali non erano operati ad altro (se ben con rischio) ch’à portar robe a Roma, di ciò restano memorie, e si vedono de conduttori (con le loro stalle, porte e cortili grandi) benché ora tutte cadute, memorie veramente funestissime" (O. Avicenna, Memorie della città di Cingoli, Iesi 1644, p. 246).

 

(26) Località Sant’Anastasio

In seguito ai lavori di consolidamento del tetto della chiesa di S. Anastasio sono stati recuperate alcune lastre frammentarie e un capitello in cotto. Si tratta di materiale appartenente al ciborio della primitiva chiesa, ascrivibili al VII secolo. Il motivo raffigurato sulla lastra frontale, un uomo tra due mostri marini che stanno per ingoiarlo sembra identificabile con quello di Giona ingoiato dalla balena (P. Marchegiani, Il museo civico,  in AA.VV., Cingoli. Natura Arte Storia Costume, Cingoli 1994, p. 76).

 

(27) Località S. Obrizio  

Dalla demolizione di una casa colonica proviene un rilievo piatto di figura virile, in posizione frontale, caratterizzata da lunghi capelli, labbra aperte che lasciano intravedere i denti, grandi orbite, barba a punta e corna. 

Le braccia sembrano la continuazione di sproporzionati omeri che si protendono fino a toccare i bordi di un semplice riquadro; la mano sinistra copre i genitali, sormontati da due presumibili ombelichi.

Un segno di croce sulla fronte e due protuberanze ricurve che dal costato si spingono fino alle anche.

 

Disegno di Paolo Appignanesi

 

Per questo reperto è possibile ipotizzare l’appartenenza alla chiesa di S. Brizio (popolarmente Santu Briziu), della quale si hanno notizie fin dal 1290 (P. Sella (a cura di), Rationes decimarum Italiane nei secoli XIII e XVI, Marchia, Città del Vaticano 1950, (Studi e Testi, 148), nn. 4030, 4204, 4262, 4470) e scomparsa nel 1680: “S.Brizio chiesa diruta, ora vi è una figuretta" (C.E. Bernardi, Zibaldone storico cingolano e della Marca d’Ancona, c. CXXXVI, Biblioteca Bernardi, Roma. Ms. di ignoto che attinge ai mss. perduti del conte Nicolò Vannucci, compilato nella prima metà del sec. XX).

Il rilievo è stato interpretato come la "Nascita di Eva dalla costola Adamo" (a cura di Paolo Appignanesi, Cartelle archivio archeologico, Biblioteca comunale). Vi sarebbe raffigurato Adamo dormiente (assenza di pupille) e contenente ancora, nel proprio corpo, quello di Eva (due ombelichi per significare due persone in un solo corpo). La natura femminile nel corpo del comune antenato, oltre che dagli ombelichi, sarebbe tradita dai fianchi tondeggianti e dal gesto pudico. Il segmento tubolare e ricurvo che dal fianco sinistro sale fino al torace, sembra così spiegabile come anello di congiunzione fra i due corpi. Sopra il fianco destro, sporgente dal torace, si protenderebbe la costola, già estratta. Corna ornamentali che rimandano ad una qualche divinità nordica.

 

(28) Località S. Obrizio

In  seguito alla demolizione  di alcune case coloniche  sono  stati recuperati dei frammenti di elementi architettonici (fig. 12) databili all'altomedioevo e frammenti di calcare di una colonna di marmo (fig. 13) e di un capitello di imitazione corinzia. Datazione proposta: VIII-IX secolo. Probabilmente, il materiale è da ricondurre alla già citata chiesa di S. Brizio.

 

fig. 12

 

fig. 13

 

(29) Località Torrone

Nel 1972, in una cava di ghiaia, furono portate alla luce e quasi completamente distrutte alcune grandi fosse (n.d.r. trattasi probabilmente di pozzetti) con abbondanza di terriccio di colore scuro, frammenti di ceramica e ossa. Datazione proposta: XI-XIII secolo.

 

 

(30) Località Torrone

Castello di S. Vitale 

 

(31) Località S. Faustino

Castello di S. Faustino 

 

 


L'elenco dei siti è tratto da:

Paolo Appignanesi, Testimonianze medievali nel territorio di Cingoli in AA.VV., Cingoli dalle origini al sec. XVI. Contributi e ricerche, Atti del XIX Convegno di Studi Maceratesi, Cingoli 15-16 ottobre 1983, "Studi Maceratesi", 19, Macerata 1986, pp. 131-155

 

 


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