
La consuetudine di edificare
piccole costruzioni destinate al culto ed alla venerazione
religiosa ha origini antichissime.
“Edicola” deriva infatti dal
latino aedes, la casa dei Romani, che nel diminutivo
aedicula
acquista un significato imbevuto di sacralità.
L’aedicula, o larario,
era infatti una piccola costruzione, di solito una semplice
nicchia o una sorta di tempietto, presente in tutte le case dei
Romani, in cui erano conservate e venerate le immagini dei
lares, numi protettori della casa e del focolare domestico.
Numerosissime edicole sorgevano
anche all’aperto, lungo le strade, nei pressi dei crocicchi, (i
compita); queste, chiamate sacella compitalia erano
costituite da un’edicola con timpano frontale e volta a botte
con nicchie nelle pareti interne per contenere le immagini delle
divinità.
Intorno ai sacella nacque
una delle tante feste che costellavano il calendario dei Romani,
i
Compitalia (2-5 gennaio), in onore dei Lari Compitali,
antenati delle famiglie che abitavano presso il compitum
e divinità protettrici dei campi; durante i ludi si
portavano in processione le statuette dei Lari e si compivano
sacrifici e libagioni da parte dei vicomagistri (magistrati che
sovrintendevano ai quartieri urbani).
Il culto dei lari nasce come
espressione della religiosità popolare, caratteristica che è ben
evidente dal tipo di pittura di solito rozza ed eseguita con
larghe pennellate, che è dunque da inserire nell’ambito
dell’arte popolare romana, anche se in seguito verrà assorbita
dalla religione ufficiale.
Proprio per le sue origini
“popolari” il culto dei lari compitali sopravvisse alla fine
della religione ufficiale ed all’abolizione del culto di Giove
Capitolino.
Con il Cristianesimo le immagini
degli dèi pagani furono sostituite da quelle cristiane della
Madonna, di Gesù, di alcuni Santi.
Le edicole sacre, sorte lungo le
strade di campagna e negli incroci più bui dei borghi medievali,
servivano a rischiarare, con i loro tenui lumini, la notte ed a
proteggere i viandanti da pericoli ed agguati, che non dovevano
essere poi tanto rari a quel tempo.
La tradizione di costruire
edicole è sopravvissuta, con motivazioni diverse, fino ai giorni
nostri: si ergevano ai limiti del territorio di una comunità per
proteggere dai pericoli esterni, ai margini dei campi per
preservare i raccolti e la vita dei contadini, ancora lungo le
strade e agli incroci a protezione dei passanti, con funzione
votiva: per ringraziare dallo scampato pericolo dopo un
terremoto, alla fine di un periodo di siccità e carestia, dopo
un’epidemia o una guerra; talvolta sono espressione di voti
individuali: erette a ringraziamento per una grazia ricevuta.
Nei centri abitati le edicole
ornano spesso le mura dei palazzi storici e dei conventi.
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Testi
di Cristina Mori
Foto
di Antonio Mori
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