Rapporto all'Instituto
di Corrispondenza Archeologica
in Roma
dal cavalier Severino conte
Servanzi-Collio
Socio Corrispondente
su un
Ripostiglio scoperto
nell'Avenale
di Cingoli
Tipografia
Alessandro Mancini - Macerata, 1865
Sul cadere dell'anno 1864 da un
villico a me sconosciuto mi si mostrarono alquante monete di famiglie
consolari perché ne avessi dichiarato il valore; e dopoché glie l'ebbi
manifestato me le esibì in vendita, e le acquistai. Chiestogli chi egli
fosse e dove le avesse trovate, mi rispose averle scoperte in maggior
numero di quelleche mi offriva in un terreno in contrada Cusiano poco
lungi dal Castello di Colleluce territorio di questa città di
Sanseverino. Mi disse poi
che se avessi voluto comprare anche le altre, me le avrebbe portate.
Volli allora sapere, se il terreno, donde le monete erano venute sopra terra, fosse proprio di
lui, o si tenesse a colonia, ed ebbi in risposta lavoransi da lui a
mezzaria. Soggiunsi allora che le avrei acquistate, ove il padrone, cui
doveva far consapevole di tutto, non avesse voluto essere il preferito. Cosi fece e avuto dal
padrone il permesso di venderle, me ne portò circa sessanta, e di poi
in più volte sino al numero di centoventiquattro.
Dopo pochi mesi, fui favorito d'una visita
dal signor cavalier Filippo marchese Raffaelli, patrizio Cingolano,
solertissimo investigatore di ogni patria importanza, e mi ricercò di
queste monete. Raccontatogli l’accaduto, mi assicurò che il
ripostiglio fu disotterrato non già in Cusiano, ma sibbene presso la
Villa di Avenale territorio di Cingoli, e che il numero era di gran
lunga maggiore di quelle da me possedute. Da più d'uno si è procurato
di raccogliere notizie in ordine allo scoprimento di questo ripostiglio,
e a me è stato richiesto anche l'elenco delle monete da me comprate.
Perché dunque siano conosciute da tutti,
ho preferito pubblicarne il catalogo in questo bollettino, narrando qui
la storia secondo quanto mi raccontava l'encomiato signor marchese
Raffaelli, il quale alle vaste cognizioni accoppia una lodevolissima
sofferenza per venire in chiaro degli argomenti che valgono a viemmeglio
illustrare la patria sua.
Egli dunque, l' erudito signor marchese, mi
diceva, che dalle cure adoprate dopoché sino dal giugno 1864. incominciò
a sentir parlare d'un ripostiglio di monete disotterrato nel territorio
di Cingoli, era venuto a sapere, che un tale E. M. di Avenale,
colono del
sig. F. P., n' era stato il trovatore.
Mi diceva inoltre che la scoperta avvenne
sul finire del febbraro 1864. mentre
i figli del M., i garzoni e
varj giornatarj attendevano ad aprire
fosse per piantare oppj
nella vasta
pianura di Avenale presso la
chiesa di S. Sergio; che le monete meravigliosamente conservate erano
chiuse in un vaso di creta cotta, il quale si ruppe per
i colpi
di vanga
in minutissimi
pezzi; e che alla vista di quell'
infinito numero di monete di argento tutti vi si fecero sopra.
Aggiungeva a questo che il
tesoretto monetario doveva essere ricco di oltre 2460. nummi, perché
2300. e forse più furono inviate (insieme col fondo del vaso ) a Roma
ad un religioso dotto in archeologia per conoscerne il prezzo; e perchè
124. si posseggono da me,
16. da un prelato cingolano, 12.
da un canonico di
Cupramontana, ed
8. vendute
ad un rigattiere di Jesi.
Mi avvertiva da ultimo che per
ogni parte presso dove tornò alla luce il copioso tesoretto, erano
venuti sopra terra tegole, mattoni, vasi ed altri frantumi di opere
laterizie, e pochi anni prima non molto lungi da quel campo si
discoprirono due pavimenti, uno a larghe lastre di marmo, e l'altro di
rozzo mosaico formato di piccoli dadi bianchi e negri, che però non
presentavano alcuna forma di disegno, e che si venivano raccogliendo
monete di bronzo e qualche armilla.
Il più volte encomiato signor
marchese per gli studj fatti sopra luogo, e in quelle vicinanze e per le
consultazioni nelle opere de' più antichi e reputati geografi non
dubitava di conchiudere che ivi non aveva potuto esistere nè città nè
castello, ma piuttosto una villa spettante a qualche illustre famiglia
cingolana o trejese.
Dopo tale racconto vengo a dare
il catalogo delle monete ivi trovate, e da me possedute.
Numero 3. monete della famiglia Calpurnia
— Testa di Apollo laureata con boccoli pendenti dietro R, avanti C, e
senza lettere.
R. L. PISO - FRUGI. — figura virile
ignuda a cavallo di carriera portando in mano una palma con numeri varj
cioè C.CXX. e senza.
N. 5. monete della famiglia Cloulia —
Testa di Giove a dritta e qualche lettera.
R. T. CLOULI, e Q. nell'esergo. Vittoria
che corona un trofeo sotto del quale un prigioniere: Quinarj.
N.
1. moneta della famiglia Cornelia .....CN. F. Testa galeata di militare
imberbe a diritta, sopra X. e dietro corona.
R.
Giove con fulmine ed asta in piedi, Giunone a dritta e Pallade a
sinistra che lo incorona, ambedue con asta e sotto V.
N. 10. monete della famiglia Cornelia —
Testa di Giove laureato e barbato a dritta.
R. C. N. LENT. Vittoria che corona un
trofeo: Quinarj.
N.
8. monete
della famiglia Cornelia
— Busto di Marte di schiena rivolto a dritta.
R. C. N. LENTUL. Vittoria in biga veloce a
dritta portando una corona
nella man
dritta alzata.
N. 1. moneta della famiglia Crepusia
— Testa giovanile a dritta, forse di Apollo,
dietro scettro.
R. P. CREPUSI.
Cavaliere di galloppo con abito succinto vibrante colla destra un
giavellotto.
N. 5. monete della famiglia Egnatuleja. —
C. EGNATULEJ C. F. testa di Apollo laureata a dritta.
R. ROMA nell'esergo. Vittoria a sinistra
che scrive in uno scudo appeso ad un trofeo: nel campo Q.
N.
1. moneta della famiglia Fabia
— LABEO. ROMA. Testa di Roma galcata a dritta davanti X. R. Q. FABI
Giove fulminante in quadriga veloce a dritta.
N. 1. moneta della famiglia Fannia —
Testa di Roma galeata a dritta, davanti X.
R.
M. FAN. C. F. - Vittoria in quadriga veloce a dritta.
N. 1.
moneta della famiglia Flaminia
— ROMA. Testa di Roma galeata a dritta.
R. L. FLAMINI, sotto
CILO. Vittoria in
biga veloce a dritta tenendo una corona.
N. 1.
moneta della
famiglia Fundania — Testa di Giove barbata e laureata.
R. C. FUNDA. Vittoria, coronando un trofeo
sostenuto sulle spalle da un prigioniere inginocchiato. Quinario.
N. 3. Monete della famiglia Junia. —
Testa di Roma galeata a dritta.
R. D. SILANUS. L. F. sotto ROMA. Vittoria
che guida con ambe le mani una biga veloce, sopra numeri
N. 1 moneta della famiglia Junia. — Testa
a dritta entro un torquè o colllana.
R. D. SILANVS nell' esergo. Vittoria in
biga veloce a dritta, sotto ROMA.
N. 1 moneta della famiglia Iunia. — Testa
di Roma galeata a dritta, dietro X.
R. C. JUNI C.
F. Dioscuri a cavallo di galloppo
con lance
in resta
a dritta, sotto ROMA.
N. 1.
moneta della
famiglia Junia. — Q. CURT. — Testa di Roma galeata a dritta, dietro
X.
R. M. SILA. sotto ROMA. Giove in quadriga a
dritta.
N. 1. moneta della famiglia Julia —
CAESAR. Testa di Roma galeata a sinistra, sopra R.
R. L. JULI.
L. F, Venere seminuda in biga di due cupidini volanti guidati
dalla Dea per le redini, sopra R.
N. 1 moneta della famiglia Lucretia —
Testa di donna galeata a
dritta, davanti X.
R. CN. LUCR. Dioscuri di galloppo a dritta
con lance in resta e manto svolazzante.
N. 1.
moneta della
famiglia Lutatia. — CERCO. ROMA. Testa di Roma con casco ornato
di due stelle, a dritta.
R. Q. LUTATI. Nave a dritta con alla prora
testa di donna galeata, il tutto
entro una corona di
quercia.
N. 1. moneta della famiglia Majania. —
Testa di Roma galeata a dritta, dietro X
R. C. MAJANI. sotto ROMA.
Vittoria in biga veloce incalzando i cavalli con frusta.
N. 1. moneta della famiglia Marcia —
Testa di Apollo diademata con Ricci pendenti.
R. C. CENSORI. Cavallo di carriera aperta,
sopra XXI.
N. 4. monete della famiglia Marcia. —
Teste congiunte di Numa Pompilio diademata e barbata, e di Anco Marcio
imberbe a dritta.
R. C. CENSO. Saltatore che guida due
Cavalli in piena
corsa con berretto
acuminato in testa
incalzando i cavalli.
N. 1.
moneta della famiglia
Minucia. — RUF. Testa di
Roma galeata a dritta.
R. Q. MINV. nell' esergo ROMA. Di oscuri a cavallo a dritta con lance in resta.
N. 8. monete della
famiglia Porcia. —
M. CATO. Testa giovanile a dritta.
R. VICTRIX. Donna alata sedente con in mano
un oggetto che non si distingue. Quinari.
N. 13.
monete della
famiglia Rubria. — DOS.
Busto di Pallade galeata a dritta.
R. L. RUBRI.
Quadriga lenta tirando una tensa
sacra, sormontata
da una Vittoria
con entro un oggetto che non si distingue.
N. 5. monete della famiglia Rubria. —
DOS. Testa di Guinone velata, ed addobbata, dietro scettro.
R. come sopra.
N. 8. monete
della famiglia
Rubria. — DOSSEN. Testa di Nettuno laureata
a dritta, dietro tridente.
R. L. RUBRI. Vittoria quasi nuda portando
nella sinistra una palma, avanti di essa un ara. Quinari.
N.
2. monete
della famiglia
Rubria. — DOSSEN,
Testa di Giove laureata, e barbata a dritta con scettro sulla spalla.
R.
L. RUBRI. Quadriga lenta come sopra.
N. 1. moneta della famiglia Titia. —
Testa di Baccante coronata di edera a dritta.
R. Q. TITI. Scritto in una base sulla quale
sta un Pegaso volante.
N. 1. moneta della famiglia Tituria. —
SABIN. Testa barbata del Re Tazio a dritta.
R. L. TITURI. Vittoria seminuda in biga
veloce a dritta tenendo nella destra alzata una corona: sotto emblema
che non si conosce.
N. 1 moneta della famiglia Tituria. —
SABIN. Testa barbata del Re Tazio a dritta, avanti ramo di palma.
R. L. TITURI. Vergine Tarpeja coperta di
scudi in mezzo a due soldati armati di scudi in atto di gettarglieli
addosso, sopra luna bicorna e stella.
N. 7. monete della famiglia Vibia. —
PANSA. Testa di Apollo laurata a dritta senza emblema.
R. C. VIBIUS. C. F. Roma o Minerva galeata
in quadriga veloce a dritta, con asta nella sinistra, e le redini.
N.
1. moneta della famiglia Memmia. — Testa barbata e laureata di Saturno
a sinistra, dietro falce, avanti lettera e puntini sotto EX. S.C.
R.L.C. MEMIES. L.F.GAL Venere addobbata, e
diademata, regge con ambe le mani una biga lenta a dritta tenendo lungo
scettro, e venendo coronata da Cupido volante.
N. 23 monete sono incerte,
rovinate, ed irreperibili.
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