I primi rinvenimenti nel sito di
Piano di Fonte Marcosa, posto su un terrazzo alluvionale alla sinistra
del fiume Musone nella frazione di Moscosi, risalgono al 1971 quando fu
individuata una vasta area ricca di materiale litico e ceramico. Il
progetto della costruzione di un invaso (la diga di Castreccioni), le
cui acque avrebbero sommerso il sito, spinse la Soprintendenza
Archeologica per le Marche ad intraprendere una serie di campagne di
scavo (1986-2001) che hanno confermato la presenza, oltre che di un
importante sito dell’età del Ferro, di insediamenti del Bronzo medio
e finale.
Al Bronzo medio finale sono
riferibili due fasi attribuibili alla cultura appenninica con ricche
tipologie ceramiche, spesso decorate; una fase iniziale
dell’Appenninico rappresentata da frammenti di ciotole
con carena bassa
(Fig. 1), anse ad apici revoluti tipo S. Paolina di Filottrano
(Fig. 2),
ed anse ad ascia con faccia interna sfaccettata
(Fig. 3) che per il momento sono
attestate solo in ambito marchigiano
(1).
Il passaggio ad una fase finale
dell’Appenninico è testimoniato dalla comparsa dei
decori lineari a meandro retto
(Fig. 4), dai motivi angolari ad excisione
sull’orlo del vaso
(Fig. 5), dalle tipologie delle anse a nastro (ad apici revoluti e margini rialzati con foro circolare) ed infine dalla presenza
di anse con sopraelevazione cilindro retta e a corna di lumaca molto
divaricate, talvolta con bugnetta conica nell’insellatura tra le corna
(Fig. 6).
Ad una fase iniziale del Bronzo
recente appartiene una grande struttura lignea, solo in parte indagata,
costituita da un tavolato di assi disposte ad incastro su
un’intelaiatura di tronchi di quercia e di frassino carbonizzati,
realizzato a pochi metri dall’antica sponda del fiume Musone. Le aree
di concotto rinvenute al di sopra del tavolato fanno ipotizzare
l'esistenza d battuti pavimentali di terra, compattati in seguito
all'azione del fuoco. La struttura si interpreta come parte di un assito
con funzione di pavimentazione
(2).
La superficie di questo tavolato ha
restituito abbondante materiale ceramico, manufatti di osso, di corno di
cervo e di bronzo che attestano l’inizio dell’attività artigianale
in loco. La ceramica d’impasto è attestata con ciotole carenate,
prevalentemente a carena bassa, con anse a sopraelevazione
cilindro-rette e cornute. Fra le tipologie nuove si segnalano le
scodelle con orlo piatto su cui sono impostate prese triangolari (note
nelle Marche nei siti di Conelle di Arcevia, Pianello di Genga e Cortine
di Fabriano)
(Fig. 7) e le scodelle ad orlo rientrante a superficie liscia,
spesso con fondo ombelicato. La ceramica d’impasto grossolano è
attestata da dolii con orlo a tesa e pareti decorati con cordoni lisci
intersecanti a croce, olle con cordoni lisci o decorati da impressioni a
ditate o a tacche
(Fig. 8), scodelloni con cordone liscio ondulato e piatti a
basse pareti svasate rettilinee
(Fig. 9). Tra gli oggetti di bronzo, ascia ad
aletta, spilloni con testa a riccio, con testa quadrangolare e con
perforazione ad asola tipo Boccatura del Mincio.
In un successivo livello di
frequentazione, che appartiene alla fase di passaggio tra Subappenninico
e Protovillanoviano (XII-XI sec. a.C.), è stata individuata un’area
periferica dell’insediamento, caratterizzata fra l’altro da numerosi
focolari, destinata a varie attività produttive. Tra i materiali
ceramici perdurano ancora le forme tipiche del Subappenninico con
decorazioni tipiche del Protovillanoviano: solcature lineari o angolari
con punti impressi e cuppelle
(Fig. 10).
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Fig.
10 |
Abbondantissima, in questa fase, è
l’industria su corno di
cervo, con oggetti finiti, in particolare
vanghette, zappette e vomeri di aratro, e numerosi scarti di lavorazione
e quella di osso rappresentata da manici di lesina con le
caratteristiche decorazioni a cerchielli incisi e gambo con espansione a
losanga e testa a clessidra, spilloni a rotella con sei raggi e
pendagli.
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Zappetta
(particolare)
In evidenza: porzione di taglio con
spessore inferiore a 1 millimetro
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Vomere
di aratro |
Zappetta
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Sicuramente, il dato più importante è rappresentato dalla
lavorazione in loco del bronzo, testimoniata, fra l’altro da una forma
di fusione in arenaria, oltre che da abbondanti reperti come pugnali a
codolo (tipo Torre Castelluccia e tipo S. Agata) e a lingua di presa
(tipo Pertosa e tipo Bertarina), fibule (tipo Peschiera), spilloni (con
esemplari tipici dell’area terramaricola) e attrezzi da lavoro
(sgorbie per la lavorazione del corno).
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Valva
di forma per fusione
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Pugnale
tipo Bertariana |
Pugnale
a codolo |
Pugnale
tipo Pertosa |
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Fibula
tipo Peschiera |
Sono anche presenti oggetti
realizzati in osso,
frammenti di fornelli
del tipo circolare con fori e le caratteristiche figurine fittili di
animali.
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Testa
di spillone |
Dente
di cinghiale |
Manici
di lesina |
Le tipologie degli oggetti di
metallo trovano confronti nei complessi terramaricoli e nell'area
centro-adriatica testimoniando l'inserimento di queste comunità
subappenniniche in una vasta rete commerciale e culturale che si protrae
fino alle soglie del Bronzo finale. La presenza di armi e utensili
accanto ad oggetti di ornamento
e il ritrovamento di una forma di fusione dimostra inequivocabilmente la
presenza in loco di artigiani molto specializzati e di relazioni
commerciali con la zona di Peschiera e del lago di Garda
(3).
Durante il Bronzo finale
l'industria in corno e osso assume una grande importanza; la preferenza
per il corno di cervo mostra una scelta intenzionale per questa materia
prima, della quale vengono sfruttate le qualità plastiche, mentre la
sua lavorazione testimonia un'ottima padronanza di tecniche avanzate.
L'esame autoptico dei numerosi manufatti in corno di cervo ha
evidenziato l'uso di almeno cinque strumenti diversi. Mentre il
decorticamento e la sgrossatura dei corni doveva essere effettuata
tramite l'uso di lame (asce o coltelli), tutti i tagli per isolare le
porzioni di palchi facevano uso di seghe. In alcuni casi questi ultimi
strumenti dovevano avere un limitatissimo spessore, come mostra la
porzione di taglio conservato in un manufatto, di spessore inferiore a 1
millimetro
(4). L'abbandono del sito di Moscosi, durante la fase
iniziale del Bronzo finale, sembrerebbe rispecchiare il fenomeno che
caratterizza un po' tutto il territorio marchigiano e che vede gli
insediamenti protovillanoviani dislocarsi in posizioni d'altura.
L'occupazione del sito riprenderà poi nel corso del VII secolo.
L’abitato della seconda età del
Ferro
(5) è impostato al di sopra di uno
spesso strato di ghiaia alluvionale che lo separa dai livelli
precedenti.
Le campagne di scavo hanno messo
in evidenza diverse strutture, alcune delle quali chiaramente
interpretabili come strutture abitative.
All’interno di una struttura
subellittica definita dal crollo di concotto sono stati rinvenuti
vasetti miniaturistici e pesi da telaio che potrebbero testimoniare
l’esistenza di un deposito votivo o più semplicemente di una fornace
per ceramiche e che si daterebbe, anche grazie al rinvenimento di fibule
tipo Grottazzolina, al VI sec. a.C.
Durante la campagna di scavo del
1995 è stata rimessa in luce una struttura di forma rettangolare di
circa 12x5 m che occupava un area pianeggiante creata artificialmente
con interventi di terrazzamento. Della struttura originaria si sono
conservati un muro costituito da laterizi e frammenti di dolia, una
serie di buche di palo e canalette per il deflusso delle acque;
l’abbondanza di tegole e coppi, riferibili al crollo della copertura,
conferma l’esistenza di un tetto costituito da laterizi, sicuramente a
doppia falda. L’assenza di focolari e di materiali di uso domestico
rende difficile l’interpretazione per questo tipo di struttura.
Negli accumuli dei dilavamenti
sottostanti sono invece affiorati numerosi materiali che permettono di
riconoscere i resti di strutture di tipo abitativo. Il recupero di
ceramiche e fibule tipo Certosa suggeriscono una datazione al V sec.
a.C.
Immagini
da una campagna di scavo...
Foto
tratte da: E. Percossi (a cura di), Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, pp.
75-76, 79
(1) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, L’insediamento dell’età del Bronzo di Moscosi,
in E. Percossi (a cura di),
Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, p. 94. Per le descrizioni dei materiali si veda pp. 95-98
(2) M. Silvestrini, L'insediamento
dell'età del Bronzo di Moscosi di Cingoli - 2. Le fasi
insediative, in AA.VV., Piceni. Popolo d'Europa, Catalogo della mostra "I Piceni. Popolo
d'Europa", De
Luca, Roma 1999, p. 45
(3) M. Silvestrini – G.
Pignocchi, L’insediamento dell’età del Bronzo di Moscosi,
in E. Percossi (a cura di), cit., p. 99
(4) G. de Marinis, L'industria su
corno di cervo e la produzione bronzistica: considerazioni
tecnologiche, in AA.VV. Piceni. Popolo d'Europa, cit., pp. 46-47
(5) M. Silvestrini - G. Pignocchi, L'abitato
dell'età del Ferro di Moscosi, in E. Percossi (a cura di),
cit., p. 100
M. Silvestrini, L’insediamento
dell’età del Ferro di Moscosi di Cingoli, in AA.VV., Piceni. Popolo d’Europa,
cit.,
pp. 166-167
Bibliografia
sul sito protostorico di Piano di Fonte Marcosa:
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Moscosi: insediamento dell'età del bronzo e del ferro, in M. Luni
(a cura di), Scavi e ricerche
nelle Marche - Introduzione alla mostra, Urbino 1991, pp. 15-17
M. Silvestrini, Marche. Cingoli (Fraz. Moscosi,
Loc. Piano di Fonte Marcosa, Prov. di Macerata), in Scoperte
e scavi preistorici in Italia negli anni 1990-1991, Notiziario,
"Rivista Scienze Preistoriche", XLIV, 1992, p. 259
M. Silvestrini, Marche. Cingoli (fraz. Moscosi,
loc. Piano di Fonte Marcosa, Prov. di Macerata), in Scoperte e scavi preistorici in Italia nell'anno 1994, Notiziario,
"Rivista Scienze Preistoriche", XLVI, 1994, p. 229
M. Silvestrini – G.
Pignocchi, L’insediamento dell’età del Bronzo di Moscosi,
in E. Percossi (a cura di), Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, pp. 94-99
M. Silvestrini - G. Pignocchi, L'abitato
dell'età del Ferro di Moscosi, in E. Percossi (a cura di), Il Museo Archeologico Statale di Cingoli,
Recanati 1998, pp. 100-101
M. Silvestrini -
G. Pignocchi, L'insediamento
dell'età del Bronzo di Moscosi di Cingoli (MC): una sequenza
stratigrafica dal Bronzo medio al Bronzo finale, in "Picus",
XIX, 1999, pp. 29-50
M. Silvestrini, L'insediamento
dell'età del Bronzo di Moscosi di Cingoli - 2. Le fasi
insediative, in AA.VV., Piceni. Popolo d'Europa, Catalogo della mostra "I Piceni. Popolo
d'Europa", De
Luca, Roma 1999, pp. 44-46
G. de Marinis, L’industria su corno di cervo e la produzione
bronzistica: considerazioni tecnologiche, in AA.VV., I Piceni.
Popolo d’Europa, Catalogo della mostra "I Piceni. Popolo
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M. Silvestrini, L’insediamento dell’età del Ferro di Moscosi di Cingoli,
in AA.VV.,
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M. Pasquini, L'industria su corno di Moscosi di Cingoli (MC): le
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Baldelli-F. Lo Schiavo (a cura di), Amore per l'antico. Dal
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Lettere, Roma 2014, pp. 387-400
G. Pignocchi, Per una
definizione della fase tarda del Bronzo Recente di Moscosi di Cingoli:
distinzione cronologica e “culturale”?, Convegno e tavola rotonda:
Facies e culture nell’età del Bronzo italiana?, Academia Belgica,
Roma – 3-4 dicembre 2015
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