A spasso per
Cingoli
Avventure e
riflessioni di una turista
Un racconto con critiche e proposte...
Ecco, finalmente, la giornata giusta per
partire, una bella giornata di sole, calda, limpida e priva di
nuvole. Chissà che panorama da lassù, dicevo a mio
marito mentre l’auto si arrampicava su quella strada, certamente
sconnessa e disagiata come, d’altra parte, la maggior parte delle
strade della provincia.
Oggi, con mio marito e i miei due figli,
abbiamo deciso, infatti, di partire alla volta di Cingoli, il
cosiddetto “Balcone delle Marche”. Mi è capitato di vedere un
servizio al telegiornale e quelle belle immagini riprese dall’alto
mi hanno veramente incuriosita. E’ proprio un grazioso paesino, ho
pensato, un borgo da visitare al più presto.
Arrivati a Cingoli, giriamo verso il centro storico e al primo
segnale di parcheggio ci fermiamo. In questo luogo,
dice mio marito, nell’Ottocento si giocava con il pallone a
bracciale, uno degli sport più praticati in quell’epoca.
Interessante, mi viene subito da osservare, ma
perché non hanno messo dei pannelli esplicativi?
Sarebbero un utile strumento per comprendere cosa fosse questo
gioco, come e dove si giocasse...
Iniziamo la nostra passeggiata salendo per una stradina e subito
giungiamo ad uno dei balconi di Cingoli, da questo luogo si
ammira uno spettacolo davvero unico! Peccato per quei
grandi ippocastani lì sotto che con le loro chiome coprono una parte
dello splendido panorama. Mio marito dice che sarebbe
piuttosto facile provvedere ad una blanda potatura per ridurne la
chioma.
E ciò sarebbe auspicabile, esclama il tizio
impegnato a scattare alcune foto e che ha evidentemente sentito le
parole di mio marito; se un paese è famoso per essere il
“Balcone delle Marche” non è normale che da qui si riesca a vederne
solo una metà di questo benedetto panorama! Ridendoci
su, proseguiamo la nostra passeggiata in direzione della piazza
principale, che raggiungiamo piuttosto velocemente.
Lì incontriamo un gentile signore che ci illustra le innumerevoli
bellezze di Cingoli, la sua storia e quello che potrebbe dare
se solo gli amministratori, e mi indica quel bel palazzo con
la torre dell’orologio alle nostre spalle, avessero più
coraggio e lungimiranza.
Noto che il Museo Archeologico si trova proprio sotto il loggiato
del Palazzo Comunale, ne ho sentito parlare molto bene. Dal punto di
vista archeologico, Cingoli è famosa infatti per gli importantissimi
reperti del Paleolitico inferiore e medio e per un sito
protostorico, scoperto nella frazione di Moscosi, veramente
eccezionale!
Prima di visitare il museo però, optiamo per una breve passeggiata e
un po’ di gioco per i bambini. Pensiamo così di scendere lungo corso
Garibaldi in direzione dei famosi viali, così ben descritti dalla
nostra improvvisata guida, ma lui ci sconsiglia di proseguire per il
corso, non è facile camminare con quel passeggino fra le auto
parcheggiate e quelle che passano, e poi ripassano, e poi ripassano
ancora, mi dice, prenda quella strada là, la
cosiddetta “Portella”, il cammino sarà un po’ più agevole.
Dopo una scomoda ma inevitabile strettoia, ci incamminiamo lungo
questa strada e subito vengo catturata dal bellissimo panorama che
vedo alla mia sinistra: un’elegante chiesa, bellissime montagne di
un verde accecante tagliate da una stretta valle.
Ma non mi è consentito distrarmi così facilmente perché la mia
attenzione deve essere rivolta principalmente alle auto che passano,
ed anche ad alta velocità, pur essendo una strada stretta ed in
pieno centro storico. Cerchiamo quindi un passaggio fra le auto
parcheggiate e lo spazio adiacente le mura cittadine, dove la fa da
padrone un miscuglio di terra, erbacce e rami secchi.
Dopo questo breve fuoristrada, prendiamo un marciapiede che corre
lungo un parcheggio ed arriviamo ad un bivio; non prendiamo la
strada sulla sinistra, ci sono troppe auto parcheggiate; decidiamo
per quella di destra che scende ancora a ridosso delle mura. Ma
appena imboccata la strada, mentre osservo sul muro di un panificio
quell’antica lastra di arenaria con la raffigurazione dell’”Agnus
Dei”, mi assale un dubbio... fare lo slalom fra le auto
parcheggiate, passare di nuovo sul battuto di terra, erbacce e rami
secchi che è presente anche in questo tratto di mura, o scendere
lungo la strada accelerando il passo per evitare di finire
investiti?
Decidiamo per la terza ipotesi e
finalmente raggiungiamo i famosi viali di Cingoli; ci fermiamo nel
bellissimo parco, notevole per la sua estensione e per la grande
quantità di giochi per bambini.
Mi fermo a parlare con un uomo intento a
giocare con le sue bimbe per chiedere informazioni su dove poter
mangiare. Dopo le dovute presentazioni ed i suoi preziosi consigli
enogastronomici, finiamo per parlare di Cingoli e delle difficoltà
che abbiamo incontrato per raggiungere i viali.
Espongo al nostro nuovo amico Alberto tutto il mio disappunto su
quel parcheggio dove ci siamo fermati, nell’arena dove un
tempo si giocava al bracciale, come mi ha spiegato mio marito.
Un’area assolutamente indecorosa: manutenzione del verde pubblico
carente, immondizia diffusa, scalinate sconnesse, il tratto pedonale
che alterna zolle di erba a porzioni di asfalto e quell’orrenda
costruzione a gradoni. Questo è il primo parcheggio che si incontra
seguendo le indicazioni per il centro…non è certo un bel biglietto
da visita.
Alberto concorda con me e mi dice che oltre ad essere adibita a
parcheggio, l’area potrebbe essere valorizzata, riqualificata
e sfruttata in vari modi: rappresentazioni teatrali e concerti
musicali ad esempio; eventi già sperimentati e con ottimo successo!
Faccio notare ad Alberto che anche qui,
nel parco giochi, un po’ di manutenzione non guasterebbe per nulla,
noto che ci sono numerose zone prive di erba, nei pressi dei giochi
e a ridosso delle panchine affiora la terra…è un peccato, un
parco di questo genere meriterebbe maggiore cura. Alberto
allarga le braccia e scuote la testa.
Ma, hai visto,
mi dice, in che condizioni versa
l’area adiacente alle mura della Portella? E dove si dovrebbe
camminare? Sulla striscia di terra o in mezzo alla strada? Non
sarebbe opportuno allora pavimentare l’area e renderla finalmente
pedonabile?
Non posso che dargli pienamente ragione e
mentre lo ascolto, penso alle difficoltà che incontrerebbe un
disabile nel centro storico di Cingoli. Sarebbe certamente
impossibilitato a fare il benché minimo spostamento.
Vedi,
prosegue, la zona dei viali è un vero gioiello,
invidiatoci da tutti i comuni del circondario. Però, negli ultimi
anni, si è puntato solo alla valorizzazione di questo luogo
lasciando il centro storico a se stesso. E i progetti futuri
riguardano ancora quest’area. Dopo la discutibile “imbrecciata”,
cioè quella pavimentazione a brecciolino, ora pensano di ricostruire
quel locale che vedi laggiù trasformandolo da chalet a non so cosa,
una struttura che rappresenta l’ennesimo sperpero di denaro
pubblico!
E a proposito di degrado urbano, tu hai
visto soltanto il parcheggio e la via della Portella ma ti assicuro
che altre zone versano in condizioni veramente penose: dal cortile
Rossetti se provi a salire verso l’Istituto Alberghiero rischi di
romperti una caviglia su una scalinata completamente sconnessa o di
sprofondare fra escrementi di piccione. E se ti armi di coraggio,
puoi fare un’interessante passeggiata fra lo Spineto, la Polisena e
le vie intorno alla Piazza, attenzione però alle deiezioni dei cani,
alquanto numerose, e alla tipica pavimentazione cingolana “a buche e
toppe”...
Si è fatto tardi e i bambini reclamano a gran voce qualcosa da
mangiare. Fissiamo l’appuntamento per le 18,00 quando Alberto ci
accompagnerà a visitare due bellissime chiese: S. Esuperanzio e S.
Vitale.
Dopo un lauto pranzo andiamo alla scoperta del centro
storico…bellissimi palazzi, molte chiese, un centro veramente
carino…ma un po’ sporco e con un selciato decisamente da rifare.
Noto che ci sono auto parcheggiate dappertutto, anche a ridosso
delle chiese e dei palazzi storici, cavi elettrici che penzolano
ovunque, un verde pubblico per nulla curato, segnali stradali tenuti
fermi da pietre o blocchi di cemento…beh, manca proprio la cura del
dettaglio. Il paese è piccolino e una buona pratica di manutenzione
ordinaria sarebbe facile da attuare.
Ed eccoci finalmente presso la chiesa di
S. Domenico dove è custodito un meraviglioso quadro di Lorenzo Lotto.
Con grande sorpresa noto che è chiusa! Leggo il cartello che indica
di rivolgermi al personale della Biblioteca comunale per l'apertura
della chiesa. Mi sembra una cosa assurda…Ci incamminiamo lungo una
stretta e trafficata stradina e appena arrivati in Piazza chiediamo
informazioni per la Biblioteca. Per fortuna è qui a due passi… non
vorrei perdere troppo tempo. Altra ennesima brutta sorpresa! La
Biblioteca comunale è chiusa e così pure la Pinacoteca, che si trova
nello stesso palazzo.
E’ davvero incredibile che a luglio, in un
paese turistico come Cingoli, le strutture museali siano
chiuse.
Torniamo in piazza e andiamo a visitare il Museo Archeologico
Statale che, come previsto, non mi lascia per nulla delusa, grazie
ai magnifici reperti esposti. Chiediamo agli addetti del museo se
sia possibile vedere i resti delle mura romane di Cingoli ma ci
scoraggiano subito dal farlo. Le mura sono inaccessibili a
causa dell’inesistente gestione del verde: la zona, infatti, è
infestata da ogni tipo di erba, rovi e arbusti. Servono degli
stivali ascellari per visitare l'area archeologica di Cingoli,
mi dice la simpatica addetta museale, è un'area
sprovvista di segnaletica e fuori da ogni circuito turistico.
Terminata la visita al museo, eccoci all'appuntamento con Alberto,
saliamo in macchina e ci dirigiamo in direzione della collegiata di
S. Esuperanzio; è veramente un gioiello! Sia il magnifico portale
che l’interno della chiesa, meritavano senza dubbio la nostra
visita.
Così, lasciamo Cingoli, per visitare S. Vitale, la cosiddetta chiesa
dei "mammocci", e in macchina parliamo, ancora una volta, di Cingoli
e delle sue problematiche. Per non sembrare eccessivamente critica,
premetto subito che il paese possiede numerose potenzialità,
ma sono totalmente inespresse, manca una politica volta alla sua
valorizzazione. Non mi sembra, dico ad Alberto,
che a Cingoli si faccia una promozione efficace e programmata.
Bisogna capire che è importante "fare rete", entrare a far parte dei
circuiti turistici.
Ad esempio, la chiesa di S. Esuperanzio
potrebbe far parte di un circuito del romanico marchigiano.
All'interno ci dovrebbero essere dei depliant di altre chiese
romaniche del circondario...come quella di S. Vittore alle Chiuse di
Genga, una chiesa che si trova a due passi dalle Grotte di
Frasassi…grotte che fanno 300.000 visite annue... Allo stesso modo,
all'interno di S. Vittore alle Chiuse ci dovrebbero essere i
depliant di S. Esuperanzio...
Questo significa "far rete", accordarsi
con le amministrazioni e le associazioni di altri paesi che hanno
simili eccellenze e creare dei percorsi culturali. Il turista deve
disporre di questo tipo di strumenti. Se non si fa parte di un
circuito si è tagliati fuori dai flussi turistici.
Alberto sorride e annuisce. E poi scusa, mi spieghi per quale
motivo nel centro storico di Cingoli deve essere così difficile
camminare? Questo è un paese a vocazione turistica e non è normale
che non sia prevista un'isola pedonale.
Nel mese di agosto, dalle 17,00 alle 20,00,
il corso di Cingoli è chiuso al traffico,
risponde Alberto, più di questo il paese non riesce ad
esprimere...e con tono deciso, che tradisce però la sua
profonda amarezza, il nostro amico cingolano continua
non posso che darti pienamente ragione,
sei stata a Cingoli una sola giornata ed hai subito capito la
situazione. Hai capito che il paese potrebbe dare molto e che
abbiamo delle eccellenze inespresse o mal gestite, e ti assicuro che
anche dal punto di vista ambientale abbiamo molto da offrire. Per
far crescere turisticamente il paese è necessario fare un bel balzo
in avanti.
E’ fondamentale che si metta al centro
dell’attività politica l’interesse per la collettività individuando
ciò di cui il paese ha bisogno, e puntando su ciò che ha ed è in
grado di offrire. Una nuova visione, questo serve! Bisogna puntare
sulle potenzialità offerte dal territorio e che mai sono state
veramente sfruttate: ambiente, beni culturali, enogastronomia e
artigianato artistico; senza dimenticare che la valorizzazione di un
territorio passa anche attraverso il recupero del già costruito, lo
stop alla cementificazione, il risparmio energetico, la tutela del
paesaggio e della ruralità, la partecipazione attiva dei cittadini,
la condivisione dei saperi.
Sai cosa spero?
conclude Alberto al momento dei saluti, Di rivedervi fra
qualche tempo a Cingoli, che troviate tutte queste cose finalmente
realizzate… spero solo di non dover aspettare troppo tempo!
Cingoli, 30 dicembre 2014
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