Facies della Ceramica Impressa ligure Ceramica impressa nella pianura padana Liguria orientale Facies della Ceramica Impressa adriatica Cultura di Fiorano

Il primo Neolitico

Gruppo del Vhò Gruppi di Fagnigola e di Sammardenchia (Friuli-Venezia Giulia) Gruppo del Gaban

 

Gruppo dell'Isolino Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata 

Il tardo Neolitico

Cultura di Chassey-Lagozza

Facies romagnola


 

Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata (V.B.Q.)

La facies V.B.Q., esclusiva dell'Italia settentrionale, si diffonde dalla Liguria al Veneto agli inizi del IV millennio a.C. e caratterizza buona parte del millennio stesso. Gli aspetti arcaici e formativi di questa cultura sono evidenti soprattutto in Liguria ma compaiono anche in Emilia (Rivaltella) e in Veneto (Bacino del Fimon). In base alla decorazione delle ceramiche sono state riconosciute tre componenti principali: lo "stile geometrico-lineare" (prima metà del IV millennio a.C.), lo "stile meandro-spiralico" (metà del IV millennio a.C.), lo "stile a incisioni e impressioni" (seconda metà del IV millennio a.C.).

Nell'economia di questa cultura la coltivazione dei cereali (dicocco, frumenti esaploidi, leguminose) e l'allevamento (suini, bovini, ovicaprini) cominciano ad essere le attività principali per la sussistenza andando a sostituire la raccolta delle piante spontanee e la caccia. 

Gli insediamenti vengono impiantati in grotta (Piemonte, Liguria), in pianura o su terrazzi collinari (Veneto), alle pendici delle montagne (Alto Adige), nelle valli o in collina (Piemonte). In alcuni siti della pianura padana sono stati individuati degli abitati caratterizzati dalla presenza di numerose cavità e pozzetti con caratteristiche simili a quelli del primo Neolitico. Queste strutture non compaiono invece nell'insediamento di Fimon-Molino Casarotto (Colli Berici) riferibile alla seconda fase della cultura dei V.B.Q. In questo sito, posto sulle sponde di un antico bacino, sono emerse delle strutture lignee a sostegno di capanne con focolare centrale. Allineamenti di pietre, fosse, pozzetti e buche di palo caratterizzano invece il sito di La Rocca di Rivoli (Verona) appartenente alla seconda e terza fase. 

Durante le fasi finali della cultura dei V.B.Q. gli abitati, specialmente in Alto Adige, vengono realizzati per ragioni difensive sulla sommità di colline e montagne. E' quindi certo che in questa fase le attività come la pastorizia e la caccia assumono un peso rilevante nell'economia degli abitati.

Le sepolture, ben documentate, presentano degli aspetti piuttosto omogenei: il defunto, con il capo verso il nord, è in posizione rannicchiata sul fianco sinistro e il volto rivolto ad est. 

Alle Arene Candide le tombe sono in ciste litiche con pietre di calcare, mentre i bambini vengono deposti in fosse semplici; il corredo, piuttosto povero o assente del tutto, è composto da punteruoli di osso (interpretati come fermagli per le vesti e presenti in sepolture maschili e femminili), vasetti, accette di pietra, canini di lupo, macina con tracce di ocra (sepoltura maschile). 

A Chiozza di Scandiano i defunti sono in fosse semplici con, ai piedi dell'inumato, piccole fosse rettangolari con materiali combusti interpretati come resti del banchetto funebre. 

Le sepolture femminili si distinguono per la presenza di Dentalium e vaghi di collana in steatite. A La Vela sono state individuate tre differenti tipologie di sepolture: a fossa semplice, a fossa con recinto di pietre, a cista litica. Il corredo è composto da vasetti miniaturistici, cuspidi di freccia, accette, punteruoli in osso, vaghi di collane.

Nella cultura dei V.B.Q. sono attestate, specialmente in Liguria, in Emilia e in Veneto, statuette femminili in terracotta, che rivelano analogie con l'ambiente balcanico, di due differenti tipologie: figurine con torso "a gruccia", busto appiattito, alcune in posizione seduta con fianchi pronunciati e ginocchia flesse (Liguria, Chiozza di Scandiano) e figurine a tutto tondo, con braccia raccolte al seno e capigliatura (liscia o con solcature verticali) sulle spalle. La presenza di queste due tipologie dimostra come nell'ambito di una stessa cultura, e forse nello stesso insediamento, potessero coesistere due differenti  interpretazioni ideologiche della figura femminile.

 

Figurina con torso "a gruccia" dalle Arene Candide (da Cocchi Genick, p. 135)

Figurina a tutto tondo da Rivoli (da Cocchi Genick, p. 135)

Figurina a tutto tondo dalle Arene Candide (da Cocchi Genick, p. 135)

 

1) Stile geometrico-lineare

Si caratterizza per la ceramica fine decorata generalmente a graffito, con motivi geometrici lineari raggruppati in bande, a scalette, reticoli, triangoli, losanghe ecc. Le forme ceramiche maggiormente rappresentate sono i vasi a peduccio, bicchieri ad alto collo e bocca quadrata, scodelle di vario tipo, vasi situliformi a bocca quadrata o rotonda. 

Nelle industrie litiche scompaiono i manufatti a ritocco erto di tradizione mesolitica e la tecnica del microbulino. Sono presenti strumenti foliati come punte di freccia peduncolate, lunghi grattatoi a fronte erto e raschiatoi su lame. 

Nell'industria su pietra levigata scompaiono gli anelloni mentre risultano frequenti le asce e le accette ed un tipo di scalpello lungo e affusolato che prelude ai tipi Hinkelstein.

Lo stile geometrico-lineare è ben documentato in Liguria, in Veneto, nel veronese, nell'area berico-euganea, nel Trentino, in Emilia (Spilamberto) e in Romagna (Fornace Cappuccini di Faenza).

 

2) Stile meandro-spiralico

Questo secondo stile si caratterizza per decorazioni, sia a graffito che ad incisione, a spirale, a meandri, con serpentine e a festoni. Le forme ceramiche maggiormente rappresentate sono i coperchi e nuovi tipi di scodelloni a bocca quadrata e ciotole globulari; scompaiono i vasi a beccuccio ed i bicchieri ad alto collo.

L'industria litica, oltre gli strumenti già presenti nella prima fase, comprende punte di freccia sessili.

Lo stile meandro-spiralico è documentato in Emilia (Reggio Emilia, Chiozza di Scandiano, Pescale, La Razza di Campegine), in Veneto (Rivoli, S. Ambrogio), in Trentino (La Vela), in Alto Adige (Velturno, Bressanone), in Lombardia e in Piemonte (Santa Maria nel Canavese). Vasi con decorazione di questo stile sono presenti anche in alcuni contesti della Liguria (Arene Candide) pur non raggiungendo la stessa diffusione che si ha nell'area padana.

Sono state riconosciute diverse correlazioni con altre culture, in particolare con l'area dalmata (motivi decorativi della cultura di Danilo e della cultura di Hvar), l'area transalpina (decorazioni Stichband di tipo Hinkelstein, frecce sessili della tradizione Bandkeramik) e l'Italia meridionale (ceramica decorata della cultura di Serra d'Alto).

Facies dell'Isolino. Facies locale della cultura dei V.B.Q. diffusa nella zona del lago di Varese, a Bellinzona (Castel Grande, 3460±100, 3200±60, 3030±30 a.C.) e in Piemonte (Ghemme). Si differenzia dal secondo stile per la forma dei beccucci delle scodelle e per l'assenza di anse e delle decorazioni a bande incise.

 

3) Stile a incisioni e impressioni

E' caratterizzato da motivi geometrici, costituiti da bande di linee a zig-zag, triangoli e punti, realizzati ad incisione o ad impressione. Tra le forme ceramiche scompaiono le grandi scodelle mentre sono attestate le forme ovoidi, i recipienti a bocca quadrata con profilo bombato e grandi vasi situliformi, di ceramica grossolana, con decorazione a cordoni.

Nell'industria litica figurano delle punte di freccia molto evolute, cuspidi a forma di amigdala senza peduncolo e con ritocco foliato, e trancianti trasversali di tipo lagozziano; tra i manufatti levigati sono piuttosto abbondanti le asce e le accette.

La zona interessata da questo stile ha un'estensione minore rispetto alle altre due fasi; contemporaneamente alla diffusione dello stile ad incisioni e impressioni, in altre zone del nord Italia compaiono infatti i primi aspetti della cultura Chassey-Lagozza. 

E' attestato nella Lombardia orientale, in Veneto e nel Trentino.

A differenza delle fasi precedenti nell'ultimo stile della cultura dei V.B.Q. non sono più attestati i contatti con l'area adriatico-balcanica mentre si intensificano i rapporti con le culture a nord delle Alpi (es. cultura del Rössen e culture del post-Rössen).

 

Il tardo Neolitico

 

Cultura di Chassey-Lagozza

La facies dei V.B.Q. che aveva segnato nel corso del IV millennio a.C. una certa omogeneità culturale nel nord Italia inizia a declinare sotto la spinta di nuovi influssi culturali. E' nel corso degli ultimi secoli del IV millennio a.C. che prima in Liguria e successivamente nella Padania occidentale e in Emilia, si afferma una cultura affine al tipo Chassey della Francia meridionale. 

Testimonianze di questa cultura sono attestate nel sito III di Spilamberto (Modena), a S. Andrea di Travo (Piacenza), a Ronchetrin di Gazzo Veronese.

La facies ligure, ben rappresentata alle Arene Candide (3125±45 a.C.), si caratterizza per una ceramica fine lisciata e lucida; le forme maggiormente rappresentate sono le tazze carenate profonde con parete alta, vasi globulari con particolari anse tubolari multiple denominate "a flauto di Pan". 

L'industria litica è rappresentata da strumenti a ritocco erto, punte di freccia a tranciante trasversale e a losanga con ritocco coprente.

Il passaggio dalla facies chasseana a quella lagozziana è riconoscibile nella stratigrafia del sito dell'Isolino di Varese (facies Protolagozza), dove gli elementi tipici chasseani subiscono una rielaborazione locale, e nel sito di Lagozza di Besnate (Varese, 3030±50, 2855±50, 2844±90, 2785±50, 2630±50 a.C.). Da questi centri di formazione la cultura di Lagozza si diffonde verso la Lombardia orientale (Monte Covolo 2840±210 a.C., Rocca di Manerba nel bresciano) e l'Emilia (sito VIII di Spilamberto 3045±100 a.C., Pescale).

La ceramica d'impasto fine è lucida o semilucida e di colore bruno o nero; le tipologie ceramiche maggiormente rappresentate sono tazze carenate con fondo arrotondato, ciotole, grandi scodelle troncoconiche con coppia di bugne forate in senso verticale o orizzontale, piatti a tesa con fori passanti, coperchi, vasi globulari. Tra la ceramica grossolana figurano vasi troncoconici con decorazione plastica. Tipiche di questa cultura sono le fusaiole, generalmente lenticolari e con decorazioni radiali o con punti impressi, e i pesi da telaio reniformi. 

L'industria litica comprende strumenti a ritocco erto, punte di freccia a tranciante trasversale, triangoli e trapezi foliati, elementi di falcetto a ritocco piatto bilaterale e marginale. Tipici della cultura di Lagozza sono anche i ciottoli di arenaria con incisioni a reticolo. 

Nell'economia sono attestate le attività della caccia (Monte Covolo: cervo, capriolo) e della raccolta così come quelle dell'allevamento (Monte Covolo: caprovini, maiali, bovini) e la coltivazione del frumento e dell'orzo. Risulta ancora attiva l'importazione di selce dalle zone prealpine e dell'ossidiana dalla Sardegna.

 

Facies romagnola

Alla fine del IV e agli inizi del III millennio a.C. mentre l'Emilia subisce l'influsso della cultura di Chassey-Lagozza, la Romagna è interessata da influssi culturali provenienti dalla facies di Diana (scodelle con anse a rocchetto, Fornace Marzocchi-Cesena) e del tardo Ripoli (anse a grandi orecchie, Riccione).

L'industria litica, con accentuata laminarità e microlitismo, è caratterizzata da grattatoi frontali lunghi e raschiatoi foliati.

Gli insediamenti si collocano generalmente lungo la fascia costiera e nell'alta pianura dell'entroterra. L'economia di sussistenza è piuttosto variegata; in alcuni siti è infatti predominante l'attività venatoria (cervi in particolare), mentre in altri è attestato l'allevamento di animali domestici (bovini, ovicaprini, maiale).

 

Fonte:

D. Cocchi Genick, Manuale di Preistoria, Neolitico, volume II, Octavo, Firenze 1994, pp. 120-142

B. Bagolini, Il Neolitico nell'Italia settentrionale, in A. Guidi - M. Piperno (a cura di), Italia preistorica, Laterza, Roma-Bari 1992, pp. 293-304 

Per la bibliografia si veda:

D. Cocchi Genick, Manuale di Preistoria, Neolitico, cit., pp. 142-146

 


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