Erudito. Cingoli 16/8/1820 - ?

Filippo Raffaelli nacque a Cingoli il 16 agosto del 1820 dal marchese Fedele e dalla contessa Orsola Gessi di Faenza.

Come il suo bisnonno Francesco Maria, anche lui fu un "cultore della memoria locale e familiare, dedito a studi storico-eruditi su monumenti, istituzioni, personaggi illustri nei quali non mancò di richiamare l’attenzione sull’importanza e sul pregio della Biblioteca di famiglia, ricca a suo dire di ben 24.000 volumi (...). Nonostante il titolo nobiliare egli non riuscì mai a conquistare un ruolo compatibile con il prestigio, con lo stile di vita e con le ambizioni che gli venivano dal suo status e, abbandonate le vesti aristocratiche del ‘letterato tradizionale’, si piegò di necessità a fare il ‘letterato professionista’. Dovette accettare l’incarico di bibliotecario prima alla Mozzi-Borghetti di Macerata e poi alla comunale di Fermo, vedendo peraltro ripetutamente frustrati i tentativi di ottenere riconoscimenti più prestigiosi ed economicamente più remunerativi [bibliotecario presso le biblioteche di Cesena, del Senato e di Pavia] per i quali ormai, più che l’appartenenza cetuale al patriziato, servivano i titoli accademici di cui non era in possesso (G. Granata, Tracce di una 'antica ed importante' Biblioteca: la Biblioteca dei Marchesi Raffaelli di Cingoli, pp. 14-15).

Per quanto riguarda, poi, la condizione economica della famiglia Raffaelli a metà Ottocento, i dati disponibili attestano un modesto possesso fondiario. Dal catasto gregoriano di Cingoli si rileva che Filippo ed i suoi fratelli Francesco e Girolamo avevano in enfiteusi dalla Mensa vescovile di Cingoli 202,20 tavole di terreno per 130,46 scudi di estimo (una tavola corrispondeva a 1000 metri quadrati, M. Maran (a cura di), C. Vecchiarelli, Esposizione dei segni e dei pesi farmaceutici. Ragguagli delle misure locali delle Piazze di Cingoli, Macerata e S. Severino nonchè delle monete Papali con le Italiane del farmacista, 1860, Cingoli 1982, p. 28). Un possesso piuttosto modesto se lo si confronta con i beni intestati al padre Fedele che, secondo il catasto piano del 1783, avevano un valore di 5165,37 scudi.

Non è da escludere "che i Raffaelli fossero proprietari di terre situate in altri Comuni o di beni mobili. Tuttavia, anche se la famiglia, sette fratelli viventi al momento della morte della madre nel 1833, poteva contare su una rendita fissa, essa non doveva essere vistosa. Parrebbe indicarlo anche il fatto che, contrariamente alla consuetudine delle famiglie dell'élite possidente di far studiare i propri rampolli presso prestigiosi collegi fuori regione, come il Montalto di Bologna, Filippo rimase nella Marca" (D. Fioretti, Per una storia sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo Raffaelli, pp. 337-338).

Raffaelli seguì le lezioni di retorica nel 1839 presso il collegio Campana di Osimo, ottenendo anche la medaglia d'argento, e l'anno seguente nel ginnasio di Cingoli. A Fabriano, negli anni 1839-1841 seguì le lezioni di filosofia, di fisica e di matematica. Ottenne i baccalaureati in filosofia e in utroque iure conseguiti presso l'Università di Macerata rispettivamente nel 1841 e 1842. Non continuò gli studi ma preferì seguire quella che era la tradizione familiare e si dedicò a coltivare i propri interessi eruditi che lo portarono alla pubblicazione di numerose opere su vari argomenti.

Nei suoi studi poté contare sull'appoggio e sui suggerimenti del suo precettore di metafisica e fisica del ginnasio di Fabriano, il cavalier Camillo Ramelli. Ed è forse da lui che Raffaelli derivò i suoi variegati interessi, filologici, letterari, artistici, storici ed anche statistici. E furono proprio le sue conoscenze in fatto di statistica che gli consentirono di far parte della commissione municipale incaricata dei lavori per il censimento del 1853 e di essere nominato membro della Giunta comunale di statistica nel 1861.

"Sarà quindi superfluo aggiungere che Filippo Raffaelli consacrò tutta la sua vita e la sua ricchezza a studi e ad opere che tornassero di utilità alle arti, alle scienze, alla storia. E monumenti e uomini delle sue Marche hanno trovato in lui un fine critico e storico; e preziosi cimeli bibliografici, il loro illustratore. Per non dire che di questi, ricorderemo il Saggio dedicato a un esemplare della rarissima edizione principe della lettera di Cristoforo Colombo scoperta nella Biblioteca Comunale di Fermo (Le Monnier, Firenze, 1888); l'illustrazione e saggio di varianti di un codice dei Trionfi del Petrarca esistente pure nella Biblioteca Comunale di Fermo (Stamp. Paccasassi, Fermo, 1874). E più significative ancora e migliori rivelatrici delle sue idee intorno alle biblioteche e dei suoi propositi di propaganda bibliografica, ecco una Relazione con quadro statistico del numero dei lettori che frequentarono la Biblioteca Comunale di Fermo dal 1° gennaio al 31 dicembre 1884 con i l numero delle opere date in lettura (Tip. Paccasassi, Fermo, 1885) e una Relazione sul movimento scientifico e sulle condizioni della Biblioteca di Macerata (Tip. Bianchini. Macerata, 1868)" (G. Galeazzi, Di una biblioteca patrizia marchigiana e della sua dispersione, p. 50).

A sostegno della sua intensa attività di studio vi era la biblioteca privata, custodita nel palazzo di famiglia, e che i suoi avi e prozii, Francesco Maria, mons. Filippo, il priore Anton Angelo, il canonico don Eurialo, l'oratoriano padre Raffaele, avevano ampliato fino a farla diventare una delle biblioteche private più importanti della Marca.

Egli arricchì la biblioteca con una collezione di circa 35.000 autografi che mise insieme con notevole dispendio di risorse ed energie pubblicandone il catalogo nel 1871. Sia nella dedica iniziale rivolta allo studioso sanseverinate Severino Servanzi Collio che nell'introduzione sono ben spiegati i motivi che spinsero Raffaelli ad intraprendere questa onerosa raccolta. "Vi confesso il vero, mio onorando e rispettabile Signore ed Amico, che l’amore e venerazione insieme da me sempre nudrita verso gli studi storici, e paleografici mi hanno fatto vincere qualsiasi difficoltà per raccogliere, abbenchè quasi mai mi sia allontanato da piccola città di provincia, e non abbia intrapreso viaggi allo scopo, tanti e cosi svariati cimeli di epoche, di paesi, e di lingue tanto disparati, e che spesso si vendono a prezzi favolosi. Io fui sempre del fiero volere del grande tragico Astigiano, per cui VOLLI, sempre VOLLI, e fortissimamente VOLLI" (F. Raffaelli, Al chiarissimo e Nobil Uomo Commendatore Severino Conte Servanzi Collio, in Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di autografi).

"Questa nostra Collezione nacque meglio dal caso, che da determinato proposito nel Maggio del 1855. Si destò in me questa passione, se tale può dirsi di raccogliere autografi, dopo di avere visitato in Roma le belle e ricche raccolte del dottissimo P. Alessandro Checcucci delle Scuole Pie, e dei signori fratelli Angelini. Secondato e coadjuvato da questi, non che dall'amorevolezza dei signori, che nomino a titolo di onore e di grato animo Cavaliere Senatore Luigi Cibrario, Cavaliere Damiano Muoni, dottor Egidio Francesco Succi, Michelangelo Gualandi, Marchese Giuseppe Campori, Marchesa Alessandrina D’ Azzeglio in Ricci, Conte Cavaliere Ernesto Tambroni Armareli, Monsignor Giuseppe Antenelli, Giovanni Ghinassi, ed altri benevoli amici, mi fu dato in breve di porre insieme una eletta Raccolta di Autografi, dalla quale scevrai poi tutti i duplicati, che in N. di 527 con la mezzanità del mio onorevole amico M. Charavay, ma con poca avvedutezza mia, confesso il vero, posi in vendita a Parigi nel Novembre del 1863.

Se il successo di quella vendita, dalla quale si cavarono Fr. 4084, per non essere stato gran fatte lusinghiero, anzi cagione di gravi amarezze, dovea distormi dal proseguire a fare acquisti, dal frugare fra abbandonate carte condannate a far vesti alle acciughe, dall'importunare amici e conoscenti, dall’ aprire corrispondenze con collettori Italiani e Stranieri, tutt’altro da me si fece ed operò. Raddoppiai di attività, estesi le mie relazioni e ricerche non per vana ambizione di potere gareggiare con i principali collettori d'ltalia, ma per culto e venerazione a quegli insigni uomini, che vergarono quelle Lettere e Documenti, e per apportare utilità alle scienze, alle lettere, alle arti, ed agli studi storici e diplomatici (...).

Ma il vero incremento si ebbe la mia Collezione in questi ultimi anni con l’acquisto di 392 scelti Autografi della Collezione Antonelli di Ferrara; delle Lettere autografe dirette al Filologo Milanese dottor Giovanni Gherardini; dell’intera Collezione dell’ eruditissimo Professore Francesco Longhena ricca di 1803 autografi; di quella di Giuseppe Vallardi, che ne contava 118, della preziosa, e numerosa insieme di Michelangelo Gualandi, ed alla perfine dell’importantissimo carteggio del celebre bibliografo Livornese Gaetano Poggiali" (F. Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di autografi, pp. VII-IX).

Dopo l'esperienza alla biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, dove ricoprì la carica di vice-direttore dal 1 luglio 1866, si trasferì a Fermo «non senza però grave trepidazione di animo, conoscendo quanto difficile e delicata cosa si fosse lʹincarico, che andava assumere" (F. Raffaelli, Relazione sul valore approssimativo della Biblioteca De Minicis); il 19 febbraio del 1872 fu nominato, infatti, bibliotecario comunale a Fermo, con uno stipendio annuo di 1200 lire e con l'uso di una modesta abitazione.

Nella monografia del 1890, Raffaelli ricorda come, in qualità di nuovo "Direttore e Bibliotecario, dopo di avere curato il trasporto dei libri già De Minicis, die' opera faticosa e lunga allo riordinamento ed alla registrazione per ischede della intera e ricchissima suppellettile dello Stabilimento, il quale trovavasi in istato ben deplorevole ed a catafascio (...) Entrato lo scrivente nella carica di Bibliotecario il 1 Aprile 1872, trovò disordinata e sossopra la Biblioteca in modo che il catalogo Sabbioni non rispondeva più alla posizione topografica in essa notata. Sembra che tale disorganizzazione fosse avvenuta anche precedentemente al Bibliotecario Mecchi, poiché questi con l'aiuto ed assistenza dell'egregio Sig. Alessandro Marini incominciò a fare nuovo Catalogo a Schede, le quali, dispiace il dirlo, di assai poco giovamento esse riuscirono, perché non compilate a seconda dei Sistemi moderni di catalogazione prescritti e dal Gar, e dal Mira, non che da altri reputati manualisti bibliografici" (F. Raffaelli, La biblioteca comunale di Fermo. Relazione storica, bibliografica, artistica, con documenti, appendice, pianta topografica e prospettica).

Nel 1872 effettuò un’accurata stima della biblioteca familiare dei De Minicis in vista di una sua acquisizione da parte della biblioteca di Fermo.

Fu tra i fondatori e presidente della Società storico-archeologica delle Marche istituita a Fermo nel 1873. Anche il Raffaelli, membro della Consulta Araldica fin dal 1874, collaborò agli studi di araldica che proliferarono nell'ultimo quarto del XIX secolo. Da segnalare a tal proposito i suoi quattro volumi manoscritti con gli stemmi di illustri personaggi che svolsero importanti incarichi nella Marca e delle famiglie cingolane.

Nella vita e nell'attività di Filippo Raffaelli si possono ravvisare tutti quegli elementi che caratterizzarono una determinata fase della storia italiana, quella che la Fioretti indica come "un'età di transizione (...) da una società ascritta, corporata ad una tendenzialmente meritocratica ed individualistica e, insieme, dall'antico al nuovo regime letterario dove tende ad affermarsi il nuovo letterato di professione" (D. Fioretti, Per una storia sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo Raffaelli, p. 362).

"Del mecenate il Raffaelli ha l'animus, l'inclinazione a spendersi e a spendere generosamente del suo per la promozione delle lettere, ma non le indispensabili possibilità economiche. Di famiglia non ricca e con un patrimonio relativamente modesto, messo alla prova dalle spese per le pubblicazioni, per l'acquisto degli autografi e da quelle affrontate per la splendida raccolta degli stemmi, si trovò per di più ad affrontare una delicata situazione familiare e a sostenere l'impegno di allevare e far studiare due nipoti orfani.

E' in questo contesto di difficoltà che si spiega la decisione del marchese, certamente sofferta, di mettere in vendita una parte della sua biblioteca. E si spiega anche la pressante ricerca di un lavoro meglio retribuito, specialmente negli anni successivi all'Unità. Tutti questi elementi concordano nel comporre un quadro carico di difficoltà oggettive che precludono o, quanto meno, rendono difficili pratiche mecenatesche ed anche il mantenimento di uno stile di vita analogo a quello degli avi. Per essi, letterati aristocratici di antico regime, la pratica delle lettere era tradizionalmente un complemento dell'esistenza nobiliare, importante si, ma comunque secondario rispetto ad altre funzioni primarie, ad esempio, politiche.

Per Filippo Raffaelli, che vive nella stagione in cui la nobiltà patriziale è giuridicamente morta, non è più così: le lettere, e più precisamente il settore filologico-erudito degli studi umanistici, rappresentano l'attività primaria affiancata da una professione, quella di bibliotecario, ad essa strettamente collegata. La nascita, l'educazione, l'ambiente in cui si è formato lo spingono verso un approccio alle discipline storiche disinteressato, dilettantesco e dilettevole, proprio degli eruditi aristocratici di un tempo; la forza delle circostanze lo spinge verso un altro tipo di approccio, più utilitaristico, funzionale alla carriera" (D. Fioretti, Per una storia sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo Raffaelli, pp. 361-362).

 

 

 

 

Opere di Filippo Raffaelli

F. Raffaelli, Relazione degli oggetti di Belle Arti che si trovano in Cingoli e sua Diocesi, ms. della metà del XIX secolo conservato nella Biblioteca comunale Ascariana di Cingoli

F. Raffaelli, Del venerabile monastero di Santo Spirito in Cingoli cenni storici di Filippo de' Marchesi Raffaelli, Benedetto Ercolani Impr. Vesc., S. Severino 1844

F. Raffaelli, Raccolta di lettere inedite d'illustri Italiani del secolo XVIII pubblicata ed annotata per cura del marchese Filippo Raffaelli di Cingoli socio onorario della patria Accademia degli Incolti e dei Risorgenti di Osimo, presso Benedetto Ercolani impr. vesc., Sanseverino 1846

F. Raffaelli, Della fedeltà dei cingolani alla santa Sede Apostolica dalla caduta del regno dei Longobardi sino alla metà del secolo XIX, Macerata 1850

F. Raffaelli, Al reverendissimo signore D. Luigi Cecchi XVII arciprete della chiesa cattedrale di Cingoli sua patria nel giorno della sua prima messa questa narrazione sopra la dignità arcipresbiteriale e serie degli arcipreti cingolani a segno di verace stima ed esultanza, Tolentino 1851

F. Raffaelli, Su la vita e su gli scritti del canonico Giuseppe Antonio Vogel: commentario storico, Tip. Morici e Badaloni, Recanati 1857

F. Raffaelli, Sul quadro sinottico delle industrie dello stato pontificio compilato dal signor Erasmo Fabri Scarpellini alcune osservazioni del marchese Filippo Raffaelli de' signori di Colmurano, Tipografia Babaloni, Recanati 1858

F. Raffaelli, Serie cronologica dei consoli, dei giudici, dei vicarii, dei signori, e dei podestà di Fabriano dal secolo XII all'anno 1607 e dei governatori prelati e secolari dal 1610 al 1859, tipografia Badaloni, Recanati 1859

F. Raffaelli, Alcune lettere del Santo cardinale Carlo Borromeo: nuovamente edite ed annotate per il marchese Filippo Raffaelli, socio de varie accademie italiane e straniere, Pei Tipi di Adolfo Ercolani, impr. vesc., Cingoli 1860

F. Raffaelli, Sulla propositura e sui proposti della chiesa cattedrale di Cingoli: narrazione storica biografica corredate di note, tip. Alessandro Mancini, Macerata 1864

F. Raffaelli, Pel maritaggio di Messer Alessandro Onori con Maria figliuola di Paolo Manuzio lettere inedite di Paolo Manuzio e di Gio Battista Florio stampate per la prima volta ed illustrate dal march. Filippo Raffaelli, Tip. Cortesi, Macerata 1864

F. Raffaelli, Stemmi dei Rettori, Legati, Vicelegati, e Governatori della Marca d'Ancona non che dei Delegati, Presidi e Prefetti della Provincia di Macerata dal 1198 epoca della sua riassunzione fatta dal pontefice Innocenzo III a tutt'oggi, ms. in tre volumi, Biblioteca Benedettucci di Recanati

F. Raffaelli, Sunto istorico ed attuale condizione dell'antico archivio dei rettori della Marca di Ancona e della Rota maceratese, Macerata 1866

F. Raffaelli, Di alquanti monumenti singolari esistenti nella provincia maceratese: memoria descrittiva per il marchese Filippo Raffaelli, Macerata 1869, p.12

F. Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di autografi italiani e stranieri di documenti storici che si posseggono dal marchese Filippo Raffaelli di Cingoli, Parte prima, dalla tipografia di A. Mancini, Macerata 1871

F. Raffaelli, Oggetti di remota antichità presentati al congresso preistorico a Bologna dal March. Filippo Raffaelli, Regia Tipografia, Bologna 1871

F. Raffaelli, Sulla necessità di una coordinazione degli studi preistorici. Memoria presentata all'illustre M. D'Omalius D'Halloy, Presidente del Sesto Congresso Internazionale d'Antropologia e di Archeologia preistoriche convocato a Bruxelles nell'agosto 1872 ed ai Dotti Scienziati di detto Congresso dal Cav. Filippo March. Raffaelli, Fermo 1872

F. Raffaelli, Relazione sul valore approssimativo della Biblioteca De Minicis, Fermo 1872

F. Raffaelli, I sigilli del Comune di Cingoli, “Periodico di numismatica e sfragistica per la storia d'Italia”, Firenze 1874, vol. VI, pp. 144-168

F. Raffaelli, Illustrazione di un codice dei Trionfi di Francesco Petrarca esistente nella Biblioteca comunale di Fermo e saggio di varianti per il marchese Filippo Raffaelli, Tipografia degli eredi Paccasassi, Fermo 1874

F. Raffaelli, Lettera di Alessandro Manzoni edita la prima volta dal marchese Filippo Raffaelli, Tip. Bernardoni, Milano 1874

F. Raffaelli, Memorie storico-genealogiche della famiglia dei Crollalanza, F. Cappelli, Rocca San Casciano 1874 (estratte dai numeri 10 e 11 del Giornale araldico-genealogico italiano del 1874)

F. Raffaelli, Illustrazione di un diploma del santo cardinale Carlo Borremeo e genealogia della famiglia Lampugnani di Milano e Lampugnani signori del Cerro per il marchese Filippo Raffaelli, presso la direzione del Giornale Araldico, Fermo 1874

F. Raffaelli, La imparziale e veritiera istoria della unione della Biblioteca ducale d'Urbino alla Vaticana di Roma, Lettera e documenti, Bacher, Fermo 1877

F. Raffaelli, Stemmi delle famiglie nobili di Cingoli raccolti dal Cav. Filippo Raffaelli de' Signori di Colmullaro Marchese di Persignano, Patrizio Romano Eugubino Reatino Fabrianese e Cingolano, 1878, ms., Biblioteca Benedettucci di Recanati

F. Raffaelli, Catalogo di sfragistografia della privata collezione del Marchese Filippo Raffaelli bibliotecario della comunale di Fermo, Dalla Tipografia Paccasassi, Fermo 1878

F. Raffaelli, Il monumento di Vittorio Alfieri in Santa Croce di Firenze : lettere del senat. Giovanni Degli Alessandri e di Antonio Canova / pubblicate per la prima volta ed illustrate dal marchese Filippo Raffaelli, Tip. Paccasassi, Fermo 1878

F. Raffaelli, Gli statuti sutuari dal secolo 15. al 18. per la città di Macerata : memoria storica seguita da tre statuti non mai stampati, Tipi Pasqualis, Fano 1879

F. Raffaelli, (a cura di), Saggio di Mattinate nel parlare di Cingoli nelle Marche, provincia di Macerata, Tip. V. Pasqualis, Succ. Lana, Fano 1880

F. Raffaelli, (a cura di), Terza e quarta Mattinata nel parlare di Cingoli nelle Marche, provincia di Macerata, Tip. V. Pasqualis, Succ. Lana, Fano 1882

F. Raffaelli, Trattato di pittura, composto per Francesco Lancilotti ... Da rarissima stampa con nuova impressione a novella via richiamata, con prefazione, fac-simile, bibliografia Mazochiana ed annotazioni storiche e filologiche, dal marchese Filippo Raffaelli, R. Simboli, Recanati 1885

F. Raffaelli, Il mausoleo al commendatore Giuseppe avv. Fracassetti eretto nel pubblico cemeterio di Fermo : lettera descrittiva del marchese Filippo Raffaelli, Tipografia di Rinaldo Simboli, Recanati 1886

F. Raffaelli, Lode di Firenze: poemetto di Menicuccio Rossi ; riprodotto sopra sconosciuta stampa del secolo XVI, con prefazione ed annotazioni storiche di Filippo Raffaelli, Stab. Tip. di Gentile Bacher, Fermo 1887

F. Raffaelli, Parole pronunziate nel pubblico cemetero di Fermo dal march. Filippo Raffaelli la sera del 26 Maggio 1887 presso la salma del Conte Cesare Baccili morto a Pisa il Giorno 22 di detto mese nella età di an. 32. M. 8. G. I, Stab. Bacher, Fermo 1887

F. Raffaelli, Due lettere inedite di Antonio Canova con illustrazioni del marchese Filippo Raffaelli, Tip. di Rinaldo Simboli, Recanati 1889

F. Raffaelli, Reminiscenze storiche sopra l'arte della ceramica nelle provincie marchegiane, con note sulle fabbriche di Recanati e di Sant'Elpidio a Mare / per il marchese Filippo Raffaelli, bibliotecario di Fermo e R. ispettore delle antichita e belle arti, Stab. Tip. Giuseppe Civelli, Roma 1889

F. Raffaelli, Guida artistica della città di Fermo: con pianta / compilata dal bibliotecario marchese Filippo Raffaelli, Stab. tip. Bacher, Fermo 1889

F. Raffaelli, La biblioteca comunale di Fermo. Relazione storica, bibliografica, artistica, con documenti, appendice, pianta topografica e prospettica, Recanati, Simboli, 1890

F. Raffaelli, Beatrice discorso pubblicato ora per la prima volta dal march. Filippo Raffaelli della comunale di Fermo, Stab. tip. Bacher, Fermo 1890

 

 


Fonte:

F. Raffaelli, Catalogo ragionato ed illustrato della privata raccolta di autografi italiani e stranieri di documenti storici che si posseggono dal marchese Filippo Raffaelli di Cingoli, Parte prima, dalla tipografia di A. Mancini, Macerata 1871

A. Galeazzo Galeazzi, Di una biblioteca patrizia marchigiana e della sua dispersione, "Accademie e Biblioteche d’Italia", 11 (1937), pp. 48-55

D. Fioretti, Per una storia sociale della cultura dell'Ottocento. Note sul marchese Filippo Raffaelli, "Studia Picena", vol. LXVI, 2001, pp. 323-366

R. M. Borraccini, «Nellʹabbondanza e sceltezza sono alcuni pezzi unici» La Biblioteca De Minicis nella stima di Filippo Raffaelli (Fermo 1872), in P. Innocenti - C. Cavallaro (a cura di), Una mente colorata. Studi in onore di Attilio Mauro Caproni per i suoi 65 anni, Vecchiarelli, Manziana 2007, pp. 857-875 - articolo on-line -

G. Granata, Tracce di una 'antica ed importante' Biblioteca: la Biblioteca dei Marchesi Raffaelli di Cingoli, Bibliothecae.it, Vol 7, No 1 (2018), pp. 3-57 - articolo on-line -

 

 


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